Il radon è un gas naturale che deriva dal decadimento dell’uranio, presente nel sottosuolo. Una volta formatosi si muove tra le rocce della crosta terrestre e fuoriesce nell’atmosfera. Se esce all’aria aperta evapora subito, non rappresentando quindi un pericolo per l’uomo. Se, invece, arriva negli edifici (soprattutto se poco aerati) si accumula, talvolta in modo consistente, aumentando così la probabilità che le persone lo respirino.
Il radon è un agente cancerogeno certo, lo si conosce da diversi decenni. Si stima che sia la seconda causa di tumore ai polmoni, dopo il fumo di sigaretta. Sempre le stime indicano che il radon sia causa di 3000 morti in Italia ogni anno.
La Regione Piemonte lo scorso 12 gennaio 2023 ha individuato le aree “prioritarie”: le zone ad elevata probabilità di alta concentrazione di radon, per la precisione si tratta delle aree in cui si stima che più del 15% degli edifici al piano terra abbia livelli superiori a 300 Bq/m3. Le aziende che hanno sedi al piano terra, seminterrato o interrato in queste aree dovranno valutare il rischio radon mediante appositi filtri. Le zone sono state indicate alla Regione dall’Arpa che periodicamente misura i livelli di radioattività su tutto il territorio regionale.
Le aree prioritarie
Le aree “prioritarie” corrispondono ai seguenti Comuni del Vco: Aurano, Bognanco, Cannobio, Druogno, Macugnaga, Re, Santa Maria Maggiore.
Nella provincia di Novara i Comuni interessati sono invece: Bellinzago novarese, Oleggio Castello.
La valutazione dovrà essere effettuata entro 2 anni dall’entrata in vigore del Piano nazionale d’azione per il radon, che non è ancora stato emanato. La sanzione prevista, per l’imprenditore che non effettuerà la misurazione, è l’arresto da uno a sei mesi o l’ammenda da 2.000 a 15.000 euro.
Le aziende che hanno sedi in Comuni non rientranti nella fascia prioritaria NON saranno obbligati a valutare la concentrazione di radon nei propri edifici, sebbene la Regione abbia anche individuato le cosiddette “aree di attenzione”, ovvero le zone in cui si stima che tra il 10% e il 15% degli edifici al piano terra abbia livelli superiori a 300 Bq/m3.
Nel Vco i Comuni interessati sono: Antrona Schieranco, Arola, Bannio Anzino, Borgomezzavalle, Calasca Castiglione, Cambiasca, Cannero Riviera, Caprezzo, Ceppo Morelli, Craveggia, Gurro, Intragna, Malesco, Masera, Miazzina, Montecrestese, Montescheno, Oggebbio, Premeno, Toceno, Trarego Viggiona, Trasquera, Trontano, Valle Cannobina, Vanzone con San Carlo, Villette. Nella provincia di Novara i Comuni sono: Ameno, Arona, Caltignaga, Cameri, Dormelletto, Gattico Veruno, Invorio, Lesa, Meina, Momo, Oleggio, Paruzzaro.