RICORRERE ALLA CASSA INTEGRAZIONE PER IL CALDO
Le aziende possono chiedere all’INPS la Cassa integrazione ordinaria per i propri lavoratori (circolare INPS n. 139 del 1 agosto 2016) se:
• la temperatura effettiva o quella percepita è superiore a 35°C e
• i luoghi di lavoro non possono essere protetti dal sole, ad esempio campi agricoli, manti stradali, tetti, oppure
• sono svolte attività che non sopportano il calore, ad esempio l’edilizia
I LAVORATORI POSSONO RIFIUTARSI DI LAVORARE PER IL CALDO?
La Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto del lavoratore di astenersi dal lavoro, senza perdere lo stipendio, in presenza di temperature proibitive (sentenza n. 6631 del 1 aprile 2015). Ma i requisiti sono molto stringenti:
• il caldo deve essere eccessivo
• inoltre deve essere assente o non funzionante un impianto di climatizzazione
• inoltre il caldo deve derivare da eventi atmosferici eccezionali. Non è chiaro cosa si intenda per “eccezionali”, quindi spetterà eventualmente ad un giudice stabilire se si era in presenza di tali eventi
COME GESTIRE IL CALDO E LA SICUREZZA SUL LAVORO: CONSIGLI ALLE AZIENDE PER LE GIORNATE DI MAGGIOR CALDO
• Se è possibile cambiare l’orario di lavoro nei giorni più caldi, evitando l’attività tra le 14 e le 17
• Programmare le attività più pesanti nelle prime ore del mattino
• Garantire la presenza di acqua da bere ai lavoratori
• Aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitando i lavoratori a rispettarle
• Consentire di trascorrere le pause in luoghi freschi