Dallo scorso 21 ottobre le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro sono state inasprite per porre un argine alla catena ininterrotta di morti sul lavoro che ha caratterizzato l’anno 2021.
Il decreto n. 146 ha modificato le regole riguardanti la sospensione dell’attività imprenditoriale ovvero la sanzione più grave che costringe il datore di lavoro a chiudere continuando comunque a pagare gli stipendi.
Per la sospensione dell’attività era necessario, prima, essere “recidivi”, ovvero l’ispettore non poteva far chiudere alla prima irregolarità. Ora la sospensione dell’attività scatterà SUBITO a fronte di gravi violazioni prevenzionistiche. Ad esempio per la presenza di lavoratori privi di formazione o dei dovuti dispositivi di protezione individuale.
In caso di presenza di lavoratori privi della formazione obbligatoria è necessario dimostrare (come minimo) l’iscrizione al corso con conclusione prevista entro 60 giorni.
La sospensione dell’attività poteva essere comminata anche nel caso l’ispettore riscontrava la presenza del 20% del personale “in nero”. La percentuale è stata ora abbassata al 10% e non si tratta più di un provvedimento a discrezione dell’ispettore bensì scatta in automatico in caso di violazione.
Lo stesso decreto ha, inoltre, aumentato i poteri dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e deciso l’assunzione di nuovi ispettori che andranno ad aumentare l’organico dell’Ispettorato e del Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro.