Introduzione
Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende:
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
Ogni altro normale indumento di lavoro o attrezzatura che non sia specificamente adibita alla protezione del lavoratore non è un DPI; i DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere eliminati o ridotti in maniera sufficiente dalla prevenzione, dall’organizzazione del lavoro e dai dispositivi di protezione collettiva; i DPI non possono essere alternativi ai sistemi di prevenzione tecnicamente fattibili, ma solo integrativi per i rischi residui o occasionali, quali ad esempio la manutenzione straordinaria.
Requisiti dei DPI
I DPI per essere a norma di legge devono soddisfare i seguenti requisiti generali:
- possesso della marcatura CE e di tutte le certificazioni previste (l’utilizzatore del DPI dovrà verificare che sul dispositivo sia riportata in modo visibile, leggibile ed indelebile e per tutto il prevedibile periodo di durata del DPI stesso, la marcatura CE)
- presenza di istruzioni di utilizzo chiare, in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile dal lavoratore
- adeguatezza del DPI al rischio da prevenire (si deve evitare, in sostanza, che il DPI sia un rischio maggiore di quello che deve prevenire)
- adeguatezza del DPI alle esigenze ergonomiche e di salute del
In particolare i DPI devono rispettare i seguenti requisiti:
REQUISITI INFORMATIVI | · notizie sulle protezioni fornite
· limiti d’uso · tempo utile prima della scadenza · istruzioni per l’uso, manutenzione, pulizia |
REQUISITI DI SICUREZZA | · efficienza protettiva
· durata della protezione · data di scadenza · innocuità · assenza di rischi causati dallo stesso DPI · solidità |
REQUISITI ECONOMICI | · costo unitario
· prevedibile durata ed efficienza |
REQUISITI PRESTAZIONALI | · disagio ridotto
· limitazione effetti di impedimento · funzionalità pratica · compatibilità con altri DPI (utilizzo contemporaneo) |
COMFORT | · leggerezza
· adattamenti alla morfologia · dimensioni limitate · trasportabilità · comfort termico |
Categorie dei DPI
I Dispositivi di Protezione Individuale sono classificati in tre categorie:
- I° Categoria
- II° Categoria
- III° Categoria (include i DPI che proteggono da danni gravi e/o permanenti e dalla morte (caschi, visiere, apparecchi respiratori filtranti, DPI per protezione dal rischio elettrico, da cadute dall’alto e da temperature non inferiori a 100°C).
DPI di 3°categoria
Dispositivi per la protezione degli occhi/volto
Dispostivi progettati e costruiti per l’uso in ambienti con alta temperatura i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di 100 e più °C in cui possono o meno essere presenti radiazioni IR, fiamme o proiezioni di grandi quantità di materiale fusi, sono dispositivi progettati e costruiti per la protezione contro radiazioni ionizzanti e contro rischi elettrici.
Maschere per l’uso in ambienti con basse temperature i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di
-50 °C o meno.
Nell’utilizzo dei mezzi di protezione per occhi e volto è necessario seguire i seguenti comportamenti:
- pulire costantemente gli occhiali e le visiere secondo le modalità indicate dal produttore;
- conservare gli occhiali e le visiere in luogo opportuno;
- controllare l’integrità degli occhiali e delle visiere prima dell’utilizzo;
- utilizzare sistematicamente le
I materiali costituenti le lenti degli occhiali possono essere il policarbonato, il vetro temperato, o il CR39. Il policarbonato fornisce un’ottima protezione all’impatto, il vetro temperato offre buone proprietà di resistenza a prodotti chimici e ai graffi, il CR39 offre resistenza a prodotti chimici, all’abrasione, all’impatto e la contatto con particelle di metallo fuso.
I principali trattamenti superficiali sono l’antigraffio per la protezione da particelle abrasive e l’antiappanamento, per l’utilizzo in ambienti di lavoro in cui siano presenti rapidi cambiamenti di temperatura.
I filtri servono per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannose, come gli infrarossi, gli ultravioletti, ecc.
Le dimensioni delle lenti sono perlomeno di 40 mm d’altezza e 50 mm di larghezza. Le tipologie strutturali di vetri sono:
- vetri di sicurezza, cioè resistenti alla rottura
- vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da una pellicola plastica totalmente trasparente
- vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche non taglienti, a seguito della rottura
La forma degli occhiali deve essere il più avvolgente possibile.
Nel caso di lavorazioni di saldatura è indispensabile l’utilizzo di occhiali e schermi particolari, sia per il rischio di spruzzi di metallo incandescente sia per i vari tipi di radiazioni emesse durante tale lavorazione.
I mezzi di protezione sono diversi in funzione del tipo di saldatura, che può essere ossiacetilenica ed elettrica.
E’ assolutamente fondamentale utilizzare la protezione idonea al tipo di saldatura effettuata.
Le visiere sono utilizzate nel caso di proiezione di materiale, per proteggersi da fiammate, etc. non possono fornire una protezione laterale, pertanto in caso di lavorazioni che possono sviluppare spruzzi e/o sostanze aerodisperse, è necessario utilizzare anche gli occhiali a mascherina.
Le visiere forniscono una protezione del volto e degli occhi, dando anche una buona aerazione.
In linea generale, le visiere possono essere fissate all’elmetto di protezione del capo, o direttamente con una bardatura alla testa. Di norma sono leggere, di uso e regolazione facilissimi.
Dispositivi per la protezione contro i rischi da cadute dall’alto
Tutti i dispositivi progettati e costruiti per fornire protezione contro le cadute dall’alto, per uso privato o professionale (lavori ad altezze elevate, cadute fuori barca, alpinismo, speleologia).
Questa categoria include i dispositivi per i lavori in quota e con supporto (cinghie, agganci, ecc..) e tutti gli accessori per agganciare una persona alla struttura con l’eccezione dei punti di ancoraggio che formino parte integrante della struttura o roccia.
Per i DPI contro la caduta dall’alto, è da considerare DPI non solo la parte dell’attrezzatura destinata ad essere indossata dal lavoratore, ma l’intero sistema di arresto della caduta, completo di ogni complemento ed accessorio (collegamento) raccordabile ad un punto di ancoraggio sicuro.
Dispositivi anticaduta fissi
Cordini con ammortizzatore lunghezza massima 2 m:
- Cavo in nylon
- Fune in acciaio Collegati ad una imbracatura
- Catena
- Cinghia
Dispositivi anticaduta scorrevoli
Si utilizzano quando i movimenti dell’operatore debbano essere essenzialmente di salita e discesa lungo una scala senza notevoli movimenti laterali.
- scorrevoli su supporto flessibile (una estremità è libera) in nylon o acciaio
- scorrevoli su supporto rigido (fune in acciaio)
Con miniassorbitore di energia, idonei per linee d’ancoraggio in acciaio. Scorrono liberamente in salita e discesa senza l’ausilio delle mani, i dispositivi di caduta di tipo guidato su linee di ancoraggio rigide, sono generalmente fissati o integrati a scale o sistemi di salita resi solidali a strutture idonee.
Dispositivi anticaduta su guida flessibile
Vengono fissati ad un punto di ancoraggio superiore e sono impiegati nei sistemi d’arresto caduta definiti nella norma UNI-EN 363.
Una linea di ancoraggio flessibile, può essere una corda in fibra sintetica o una fune metallica, deve in tutti i casi essere dotata di un terminale inferiore, o contrappesata.
Dispositivi anticaduta retrattili
Assicurano l’arresto automatico in caso di caduta dell’operatore. La lunghezza del cavo è regolata automaticamente grazie ad un sistema di tensionamento e richiamo dello stesso, questi dispositivi sono utilizzati per spostamenti verticali (orizzontali) e trovano impiego in vari settori dell’industria: elettricità, edilizia, montaggi industriali, miniere.
I dispositivi sono generalmente attaccati ad una struttura per mezzo di un connettore, l’utilizzatore ha un raggio d’azione, in un cono figurato, contenuto in un angolo di 30° dalla sommità; lo spostamento laterale deve essere contenuto entro 3 m dall’asse verticale.
I dispositivi retrattili sono utilizzati nei sistemi d’arresto caduta definiti dalla norma UNI-EN363, unitamente alle imbracature per il corpo UNI-EN361.
Devono essere collegati ad un punto di ancoraggio superiore, con idoneo elemento di collegamento.
Quando non si può evitare l’effetto pendolo è necessario intervenire secondo uno dei metodi sotto descritti:
- Deve essere utilizzato un secondo cordino collegato ad un secondo ancoraggio al fine di limitare l’oscillazione
- Deve essere utilizzata una seconda fune di deviazione della fune principale, collegata ad un secondo ancoraggio
- Devono essere utilizzati dei fermi sul bordo in corrispondenza della zona di lavoro per contenere lo scivolamento della fune tra un fermo e l’altro contiguo
Imbracature
L’imbtracatura per il corpo è un supporto per il corpo che ha lo scopo di contribuire ad arrestare la caduta, può comprendere cinghie, accessori, fibbie o altri elementi disposti e montati opportunatamente per sostenere tutto il corpo di una persona e tenerla durante la caduta e dopo l’arresto della caduta.
Sistemi di posizionamento – cinture
Si tratta di un sistema che permette di restare posizionati in luoghi in quota ove non è possibile avere una buona base di appoggio che garantisca equilibrio stabile senza l’ausilio delle braccia.
Il sistema, grazie all’ausilio di un cordino di posizionamento, genera un punto di equilibrio, in combinazione con l’azione di spinta delle gambe, permette all’operatore di liberare le mani per effettuare le operazioni di lavoro.
In particolare il suo uso è legato allo stazionamento dell’operatore nelle attività lavorative in quota proteggendolo dagli effetti di una caduta libera per un’altezza max di 0,5 m.
Sistemi di posizionamento – cordini
Il cordino è un elemento di collegamento tra l’imbracatura per il corpo e un adatto punto di ancoraggio, sia fisso che scorrevole su guide rigide o flessibili, può essere costituito da una corda di fibra sintetica, da una fune metallica, da una cinghia o una catena.
Un assieme formato da cordino e da un assorbitore di energia serve a limitare a 6000 kg la forza che agisce su l’attacco di una imbracatura in un arresto di caduta, la lunghezza massima di un cordino anticaduta, compreso l’assorbitore di energia, i terminali ed i connettori, non deve superare i 2 metri, l’estensione massima dell’elemento assorbitore di energia, sotto carico dinamico, deve essere inferiore a 1,75 metri.
Connettori
Sono elementi che consentono il collegamento tra i diversi componenti facenti parte integrante del sistema anticaduta, non devono presentare bordi a spigolo vivo o ruvidi che potrebbero tagliare, consumare o danneggiare in altro modo le corde o le cinghie o causare lesioni all’utilizzatore.
Sono caratterizzati dalle dimensioni e dall’ampiezza di apertura, che ne determinano la scelta in funzione del supporto di aggancio, possono essere a bloccaggio automatico o manuale.
Ancoraggi
- preferire un ancoraggio posto verticalmente al di sopra dell’operatore
- tale punto d’ancoraggio deve resistere ai carichi di caduta (almeno 10 kN come indicato dalla UNI EN 795)
- per contenere i carichi dinamici sul corpo (max 6 kN) è assolutamente indispensabile utilizzare un assorbitore d’energia
- se servono importanti lunghezze è indispensabile prevedere un dispositivo anticaduta retrattile
Deve essere usato un adatto punto di ancoraggio posizionato il più vicino possibile al lavoratore, sulla verticale del luogo di lavoro al fine di ridurre l’effetto pendolo, quando ne esiste la possibilità, un punto di ancoraggio posizionato più in alto rispetto al punto di aggancio posto sull’imbracatura, in modo da ridurre il più possibile l’altezza di caduta libera.
Deve essere utilizzato un punto di ancoraggio posizionato in modo tale da assicurare, in relazione al tipo di dispositivo anticaduta utilizzato, un adeguato spazio libero di sicurezza al di sotto del lavoratore, devono essere utilizzati ancoraggi di adeguata resistenza, deve essere approntato un accesso sicuro al punto di ancoraggio.
La scelta del tipo di ancoraggio e del suo posizionamento dipende dalla natura dell’attività e dalle strutture che dovranno ospitare l’ancoraggio, qualora le strutture non siano adeguate ad ospitare gli ancoraggi, si dovrà provvedere ad altri sistemi protettivi mediante una analisi del rischio.
La resistenza della struttura a cui è fissato l’ancoraggio è rilevabile dal manuale di istruzione fornito dal fabbricante dell’ancoraggio stesso.
Nella scelta dell’ancoraggio si deve considerare:
- la natura della struttura di ancoraggio
- il numero di utilizzatori che il sistema può supportare nello stesso momento
- la frequenza d’uso e velocità di movimentazione sulle linee
- le condizioni ambientali e le relazioni agli effetti di queste sulle prestazioni e sullo stato di conservazione
- la facilità con cui l’utilizzatore accede con sicurezza alla linea nei vari punti di accesso
- la possibilità di passare attraverso i punti di ancoraggio intermedio senza disconnettersi
- dispositivi ausiliari Classificazione degli ancoraggi
Classe | Tipo di ancoraggio |
A1 | Strutturale per superfici verticali, orizzontali e inclinate |
A2 | Strutturale per tetti inclinati |
B | Provvisorio trasportabile |
C | Con linea di assicurazione flessibile orizzontale |
D | Con rotaia di assicurazione rigida orizzontale |
E | Corpo morto per superfici orizzontali |
L’ancoraggio e la struttura che lo ospita devono possedere i requisiti e la resistenza minima prevista, la valutazione della resistenza della struttura deve essere affrontata da tecnico competente.
Deve essere valutata la resistenza richiesta all’ancoraggio in base alla:
- caduta totalmente prevenuta (600 mm < caduta < 1500 mm)
- caduta contenuta (caduta < 600 mm)
- caduta libera limitata (arresto < 600 mm)
- caduta libera (caduta = 0)
La posizione dell’ancoraggio deve permettere al lavoratore di agganciare il cordino all’ancoraggio prima di trovarsi in posizione di rischio di caduta. In caso contrario il lavoratore deve utilizzare già un altro dispositivo anticaduta, deve essere valutata la possibilità di deterioramento dell’ancoraggio, nel qual caso deve essere selezionato un ancoraggio di adatto materiale, deve essere rispettata ogni specifica raccomandazione del fabbricante.
Quando non sia possibile ancorarsi ad una struttura esistente (trave, impalcatura) ed il campo di lavoro sia circoscritto, è possibile mettere in sicurezza l’operatore utilizzando i punti di ancoraggio per parete. Più punti di ancoraggio possono costituire un’alternativa ad una linea di vita, laddove ne sia impossibile l’installazione
Dispositivi per la protezione del capo
Elmetti progettati e costruiti per l’uso in ambienti con alta temperatura i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di 100 e più °C in cui possono o meno essere presenti radiazioni IR, fiamme o proiezioni di grandi quantità di materiale fusi. Elmetti progettati e costruiti per la protezione contro rischi elettrici.
Gli elmetti per la protezione della testa sono di materiale plastico resistente (policarbonato termoplastico) o rinforzato (fibra di vetro) o metallico (alluminio o lega leggera).
Gli elmetti devono possedere le seguenti caratteristiche:
- assorbimento dell’urto
- resistenza alla perforazione
- resistenza alla luce solare ed alla pioggia
- non infiammabilità
- proprietà dielettriche (la tensione di perforazione deve essere superiore a 10 Kv)
- disinfettabilità e lavabilità
- il peso non deve superare i 425 g (elmetti solo con la visiera), 475 g (elmetti con falda anulare) e 550 g (elmetti speciali), esclusi i possibili accessori
Per garantire la massima efficacia protettiva di un elmetto, è necessario seguire le seguenti modalità d’uso:
- tenere l’elmetto ben saldo al capo, allacciando l’apposita fibbia sotto la gola
- verificare giornalmente l’integrità di tutte le parti costituenti l’elmetto
- pulire periodicamente l’elmetto, rispettando le modalità di pulizia indicate dal costruttore dello stesso, evitando l’uso di solventi ed altri prodotti chimici che potrebbero deteriorarne la struttura.
Dispositivi per la protezione respiratoria
Tutti i dispositivi per la protezione respiratoria progettati e costruiti per fornire protezione contro aerosol, liquidi e gas, dispositivi respiratori progettati e costruiti per fornire un completo isolamento dall’atmosfera e per l’uso subacqueo.
Considerazioni generali
In caso di ambienti di lavoro in cui sia presente il rischio di inalare gas, polveri o qualunque altro inquinante aerodisperso, è assolutamente fondamentale utilizzare degli idonei mezzi di protezione delle vie respiratorie. E’ evidente che è necessario utilizzare un determinato DPI in funzione del tipo di pericolo presente, inoltre, tutti i mezzi di protezione delle vie respiratorie devono essere verificati prima dell’utilizzo, devono essere usati solamente da personale formato ed addestrato e il loro uso è strettamente personale.
In linea generale, i gas nocivi alla respirazione sono:
TOSSICI: modificano il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso SOFFOCANTI – IRRITANTI: producono danni ai polmoni ed alle vie respiratorie ASFISSIANTI: rendono impossibile la respirazione, sostituendosi all’ossigeno dell’aria
Classificazione DPI per protezione delle vie respiratorie
I mezzi di protezione delle vie respiratorie possono essenzialmente essere classificati in tre gruppi:
Mezzi filtranti
Questi mezzi protettivi servono per filtrare l’aria prelevata dall’ambiente in cui si trova il lavoratore (facciali filtranti, maschere a filtro anche a ventilazione forzata, etc.).
Mezzi prelevanti aria da bombola o cartuccia
In ambienti di lavoro nei quali non sia necessaria una lunga presenza del lavoratore, e in cui sia carente l’ossigeno e ci sia presenza di gas nocivi, si fa uso di mezzi prelevanti aria da una bombola o da una cartuccia (autorespiratori).
Mezzi prelevanti aria da atmosfera non inquinata
Questi mezzi di protezione vengono utilizzati in ambienti di lavoro con carenza di ossigeno, con necessità di una lunga presenza del lavoratore, ma con facilità di collegamento con un ambiente da cui prelevare aria non inquinata (respiratori a presa d’aria).
Le principali tipologie di DPI per la protezione delle vie respiratorie sono le seguenti:
FACCIALI FILTRANTI MONOUSO ANTIPOLVERE
Questo tipo di protezione è efficace contro le polveri non tossiche, e in alcuni casi anche contro le polveri tossiche e nocive. L’uso corretto prevede un viso pulito e senza barba.
MASCHERE A FILTRO ANTIPOLVERE
Questo tipo di protezione, che può essere a semimaschera o a maschera facciale intera con o senza ventilazione assistita, serve per depurare l’aria inspirata, tramite apposito filtro, dalle particelle di polvere più fini e pericolose, come per esempio quelle di silice e di altri minerali dannosi.
MASCHERE A FILTRO ANTIGAS MONO/POLI –VALENTE
Questo tipo di protezione, che in genere è a facciale intero proteggendo cosi anche occhi e viso, serve per depurare l’aria inspirata, tramite apposito filtro, da gas e vapori tossici e nocivi.
I filtri antigas sono classificati in base al tipo di gas che possono filtrare e sono contraddistinti da un colore specifico relativo al gas filtrato come da tabella riepilogativa:
I principali limiti all’uso delle maschere antigas sono i seguenti:
- la percentuale di ossigeno nell’aria deve essere almeno del 17%
- le percentuali di gas, vapori e particelle nell’aria non devono essere superiori a quelle indicate sul filtro
- in caso di presenza contemporanea dubbia di gas ed aerosol, è necessario utilizzare un filtro combinato (infatti, in caso di uso di un filtro a gas in aria non ci devono essere aerosol, e viceversa)
- per garantire la massima tenuta, le maschere antigas devono essere usate solo con viso senza barba
- in linea generale, le maschere a filtro antigas non devono essere utilizzate in ambienti confinati (fognature, cunicoli, )
STRUMENTI RESPIRATORI A PRESA D’ARIA
Questi mezzi di protezione aspirano l’aria da zone assolutamente non inquinate, e la mandano negli ambienti in cui il lavoratore è chiamato ad operare per un lasso di tempo abbastanza lungo, e in cui ci sia carenza di ossigeno. Questi respiratori sono costituiti da ventilatori o da impianti per aria compressa.
AUTORESPIRATORI
Questi strumenti consentono al lavoratore di intervenire in ambienti con aria inquinata e povera di ossigeno, per un periodo di tempo non molto esteso, e funzione della riserva di ossigeno della bombola portatile o della cartuccia annessa all’autorespiratore.
In linea di massima, gli autorespiratori sono gli strumenti di lavoro più agili ed efficaci in caso di emergenza. Durante l’utilizzo di questi strumenti, inoltre, è necessario sempre usare un’imbracatura di sicurezza con fune di salvataggio, e il lavoratore impegnato nell’intervento d’emergenza deve essere in costante contatto con altro personale addetto alla sorveglianza all’esterno dell’area d’intervento.
Dispositivi per la protezione di gambe e/o piedi e antiscivolamento
Dispositivi e accessori (fissi o staccabili) progettati e costruiti:
- per l’uso in ambienti con alta temperatura i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di 100°C o maggiori in cui possono o meno essere presenti radiazioni IR, fiamme o proiezioni di grandi quantità di materiale fusi
- per l’uso in ambienti con basse temperature i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di – 50 °C o meno
- per fornire una limitata protezione contro gli attacchi chimico le radiazioni ionizzanti
- per la protezione contro rischi elettrici da lavoro, incluse tensioni pericolose o per fornire isolamento contro le alte
Classificazione
CODICE | CLASSIFICAZIONE |
I | Calzature di cuoio e altri materiali, escluse le calzature interamente di gomma o materiale polimerico |
II | Calzature interamente di gomma (completamente vulcanizzata) o materiale polimerico (completamente stampate) |
In questi dispositivi la resistenza del puntale è pari a 100J. Categorie e requisiti sono individuati come per le calzature di sicurezza e le combinazioni più diffuse sono PB e da P1 a P5.
CATEGORIA | REQUISITO DI BASE | REQUISITO SUPPLEMENTARE |
PB | I oppure II | – |
P1 | I | Zona del tallone chiusa, proprietà antistatiche, assorbimento di energia al tallone |
P2 | I | P1 + impermeabilità dinamica del tomaio |
P3 | I | P2 + lamina antiforo |
P4 | II | Proprietà antistatiche, assorbimento di energia del tallone |
P5 | II | P4 + lamina antiforo |
Dispositivi per la protezione di mano e braccia
Dispositivi e accessori (fissi o staccabili) progettati e costruiti:
- per l’uso in ambienti con alta temperatura i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di 100 °C o maggiori in cui possono o meno essere presenti radiazioni IR, fiamme o proiezioni di grandi quantità di materiale fusi inclusa l’attività antincendio (questi guanti sono identificati da un numero di sei cifre il cui significato è quello riportato nella tabella dove il numero più alto rappresenta la prestazione migliore).
- per l’uso in ambienti con basse temperature i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di – 50 °C o
- per fornire una limitata protezione contro gli attacchi chimico le radiazioni ionizzanti (in caso di lavorazioni che comportano la manipolazione di reagenti chimici è necessario utilizzare dei guanti di protezione che devono essere idonei al prodotto chimico utilizzato)
Note per l’uso dei guanti chimici
- i guanti monouso non devono mai essere riutilizzati
- tutti i tipi di guanto proteggono solo per un breve periodo in quanto nel tempo tutti consentono la permeazione dei reagenti chimici
- devono essere indossati tutte le volte che esiste un potenziale rischio di contatto con la pelle
- il tipo di guanti da utilizzare deve essere specificato nelle procedure operative
- i guanti devono essere tolti prima di toccare superfici che non devono essere contaminate (ad esempio cornetta del telefono, maniglie di porte,…..)
- prima dell’utilizzo occorre controllare l’integrità dei guanti
- i guanti devono essere tolti rovesciandoli
- i guanti non monouso devono essere sostituiti periodicamente in funzione della frequenza di utilizzo
- dopo essersi levati i guanti è necessario lavarsi le mani
- in caso di versamento sui guanti è necessario toglierseli e lavarsi subito le mani
- prima dell’uso verificare, gonfiandolo, le condizioni di integrità del guanto
Questo tipo di protezione viene realizzata tramite dei guanti ma anche con protettori dell’avambraccio. Vista la molteplicità dei rischi anche i dispositivi di protezione per gli arti superiori sono di diverse tipologie ognuno dei quali viene sottoposto a prove specifiche.
Il rischio specifico da cui il dispositivo protegge viene individuato da appositi pittogrammi.
Indumenti protettivi
Indumenti protettivi e accessori (sia fissi che staccabili) progettati e costruiti:
- per l’uso in ambienti con alta temperatura i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di 100
°C o maggiori in cui possono o meno essere presenti radiazioni IR, fiamme o proiezioni di grandi quantità di materiale fusi
- per l’uso in ambienti con basse temperature i cui effetti sono comparabili a temperatura dell’aria di – 50 °C o meno
- per la protezione contro rischi elettrici
- per fornire una limitata protezione contro gli attacchi chimico le radiazioni ionizzanti
- per fornire un completo isolamento dall’atmosfera.
Dispositivi per la protezione contro i rischi elettrici
Per tensioni pericolose si intende maggiore o uguale a 50 V e maggiore o uguale a 75 V cc.
Scelta dei DPI
La scelta per un certo DPI piuttosto che per un altro scaturisce da un raffronto fra:
- requisiti richiesti in conseguenza dell’analisi dei rischi lavorativi
- caratteristiche delle sostanze
- modalità di impiego e di esposizione degli addetti
Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro ha i seguenti obblighi:
- individuare, sulla base della valutazione dei rischi e dei DPI disponibili, i DPI più idonei a proteggere i lavoratori
- fornire i DPI con marchio CE
- fissare le condizioni d’uso e manutenzione
- verificare che le istruzioni d’uso siano in lingua comprensibile dal lavoratore
- verificare il corretto utilizzo dei DPI in base alle istruzioni fornite
- aggiornare la scelta dei DPI in funzione della variazione dei rischi presenti nel luogo di lavoro
Obblighi dei lavoratori
I lavoratori hanno i seguenti obblighi:
- devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, in base alle modalità fornite nel corso di formazione, informazione ed addestramento
- devono avere cura dei DPI, senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa
- devono segnalare prontamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto, qualunque rottura o difetto dei DPI messi a loro disposizione
- devono attenersi alle procedure aziendali riguardo la riconsegna dei DPI, al termine dell’orario di lavoro
Provvedimenti generali sull’uso dei DPI
Conservazione
Una corretta conservazione del dispositivo di protezione individuale viene assicurata applicando le seguenti disposizioni:
- occorre rispettare le indicazioni del fabbricante che sono riportate nella nota informativa di cui ogni DPI deve essere fornito
- gli utilizzatori devono essere adeguatamente informati e istruiti sulla corretta conservazione dei DPI
- per i DPI usati saltuariamente o necessari in caso di emergenza (ad esempio autorespiratori) deve essere individuato un idoneo luogo di conservazione come ad esempio armadietti in metallo
- fare attenzione in modo particolare ad eventuali date di scadenza dei DPI
Manutenzione
Tranne i DPI “usa e getta“ tutti gli altri necessiterebbero di manutenzione, così come previsto dalle indicazioni riportate dal fabbricante nella nota informativa, qualora il personale interno non fosse in grado di provvedere autonomamente alle operazioni di manutenzione è necessario rivolgersi al fabbricante.
Le operazioni di manutenzione si suddividono in:
- manutenzione ordinaria
- manutenzione straordinaria
Per manutenzione ordinaria s’intendono tutte quelle operazioni che possono essere eseguite sui DPI da parte dell’utilizzatore, rispettando le indicazioni contenute nella nota informativa.
Tutte le operazioni di manutenzione non indicate nella nota informativa devono essere considerate manutenzione straordinaria, questo tipo di manutenzione può essere effettuata solamente dal fabbricante o da un’organizzazione da esso autorizzato.
I pezzi di ricambio, quando sono necessari devono essere originali e adatti per lo specifico DPI
Segnaletica di sicurezza
In prossimità della zona in cui è necessario indossare i DPI devono essere predisposti dei segnali di prescrizione indicante il tipo di dispositivo che occorre indossare.
Se il rischio è genericamente presente nel locale il segnale di prescrizioni può essere affisso all’ingresso mentre se il rischio è solo in una zona ad esempio in prossimità di un’apparecchiatura la segnaletica andrà affissa nelle sue vicinanze.
Nota informativa
La nota informativa, altrimenti conosciuta come istruzioni per l’uso, è un documento in cui vengono riportati tutti gli elementi necessari per effettuare una scelta adeguata e per utilizzare il DPI in modo corretto.
La nota informativa viene considerata come un requisito essenziale di salute e di sicurezza e deve far parte della documentazione tecnica prodotta dal fabbricante per l’ottenimento della certificazione CE.
La nota informativa, redatta in italiano, deve contenere:
- le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di revisione e di disinfezione
- le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione dei DPI
- gli accessori utilizzabili con i DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati
- le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di utilizzazione
- la data o il termine di scadenza dei DPI o di alcuni dei loro componenti
- il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto dei DPI
- il significato della marcatura, se questa esiste
- se del caso, i riferimenti delle direttive applicate
- nome, indirizzo, numero di identificazione degli organismi notificati che intervengono nella fase di certificazione dei DPI