Un aspetto che non va trascurato è l’obbligo che il d.lgs.81/08 impone ai datori di lavoro di formare i propri lavoratori in una lingua ad essi conosciuta e perfettamente comprensibile. Per la formazione dei lavoratori stranieri non è sufficiente tradurre in lingua straniera un opuscolo informativo.
“La formazione (dei lavoratori stranieri, ndr) deve essere sufficiente ed adeguata anche rispetto alle conoscenze linguistiche”
“Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo”
Verifica della capacità linguistica
La verifica della lingua, come indicata dalla normativa, è da più parti realizzata con la somministrazione di un test sulla lingua italiana. Ma tale test preliminare è spesso uno strumento insufficiente o parziale per definire la competenza linguistica dei lavoratori stranieri:Questi mostrano spesso molte difficoltà di lettura e scrittura, dovute generalmente ad una scolarizzazione di partenza scarsa o insufficiente. Per ovviare a questi problemi, garantendo comunque la comprensione e l’utilità dei corsi di formazione, durante il loro svolgimento i lavoratori stranieri devono essere coadiuvati da figure professionali come mediatori culturali, interpreti o traduttori.
In alternativa il datore di lavoro deve organizzare percorsi formativi per i propri lavoratori, se stranieri, nella loro lingua originale.
Ma in più il datore di lavoro deve verificare che i suoi addetti stranieri siano in grado di interagire in modo corretto se interpellati in lingua italiana. Devono comprendere le principali “parole di allarme e di pericolo”, leggere e capire i manuali d’istruzione delle macchine cui sia addetto, il senso dei cartelli d’indicazione e di pericolo presenti sul luogo di lavoro, gli avvisi affissi nella bacheca.
Se i lavoratori stranieri non sono in grado di interagire e comprendere l’informazione e la formazione sulla sicurezza e l’igiene del lavoro, è dovere del datore di lavoro provvedere all’alfabetizzazione dei dipendenti. L’insegnamento della lingua italiana diviene una priorità formativa di questi lavoratori e dovrà essere effettuata a cura ed a spese del datore di lavoro, in orario di lavoro tenuto conto dell’organizzazione della produzione aziendale.